Monte dei Paschi di Siena, uno scandalo, un libro

Monte dei Paschi di Siena, uno scandalo infinito. Uno scandalo sul quale ieri Report, il programma di Milena Gabanelli, ha cercato di fare luce. Uno scandalo sul quale esiste un libro molto dettagliato, scritto da Mauro Aurigi.
Il libro lo trovate qui
Intanto ecco cosa ha scritto Paolo Mondani sul Corriere con la collaborazione di Elisabetta Gherardi
La banca più antica del mondo è stata travolta da uno scandalo finanziario senza paragoni e Report, dopo la prima inchiesta di due anni fa, che anticipava le indagini giudiziarie, torna domenica con un’inchiesta sui misteri che si celano dietro al groviglio di Siena.
Cosa è cambiato in questi due anni? Sicuramente i vertici, ma la banca è sempre in rosso. I 4 miliardi di Monti Bond, ovvero il prestito dello Stato, e l’aumento di capitale non sono bastati e, il 26 ottobre scorso, la Banca Centrale Europea ha stabilito che a Montepaschi mancano 2 miliardi di capitale per mettersi in regola. Il problema nasce nel 2008, quando Montepaschi ristruttura due derivati in perdita, gli ormai famosi Alexandria e Santorini, e per farlo usa due banche estere, Nomura e Deutsche. Ogni anno, per nascondere il deficit di capitale, il Monte ha iscritto a bilancio queste operazioni come titoli di Stato, anziché derivati.
Uno di quegli esempi di finanza creativa che Banca d’Italia e Consob avrebbero dovuto ispezionare. I due controllori che dovevano vigilare la regolarità delle operazioni sui derivati, poi rivelatisi disastrosi, sapevano che fine stava facendo la banca. Come sapevano delle condizioni disastrose dei conti di Antonveneta, comprata da Giuseppe Mussari a un costo esorbitante.
Collaborazione di Elisabetta GherardiLa banca più antica del mondo è stata travolta da uno scandalo finanziario senza paragoni e Report, dopo la prima inchiesta di due anni fa, che anticipava le indagini giudiziarie, torna domenica con un’inchiesta sui misteri che si celano dietro al groviglio di Siena.
Cosa è cambiato in questi due anni? Sicuramente i vertici, ma la banca è sempre in rosso. I 4 miliardi di Monti Bond, ovvero il prestito dello Stato, e l’aumento di capitale non sono bastati e, il 26 ottobre scorso, la Banca Centrale Europea ha stabilito che a Montepaschi mancano 2 miliardi di capitale per mettersi in regola. Il problema nasce nel 2008, quando Montepaschi ristruttura due derivati in perdita, gli ormai famosi Alexandria e Santorini, e per farlo usa due banche estere, Nomura e Deutsche. Ogni anno, per nascondere il deficit di capitale, il Monte ha iscritto a bilancio queste operazioni come titoli di Stato, anziché derivati.
Uno di quegli esempi di finanza creativa che Banca d’Italia e Consob avrebbero dovuto ispezionare. I due controllori che dovevano vigilare la regolarità delle operazioni sui derivati, poi rivelatisi disastrosi, sapevano che fine stava facendo la banca. Come sapevano delle condizioni disastrose dei conti di Antonveneta, comprata da Giuseppe Mussari a un costo esorbitante.